Un giardino per Paolo Giorgetti

La fine degli anni ’70 del secolo scorso è caratterizzata da drammatici eventi sia in ambito politico con il terrorismo che trova il suo culmine nel rapimento e la morte di Aldo Moro, sia nel mondo della criminalità organizzata con la ‘ndrangheta che organizza le sue ‘ndrine tra i criminali trasferiti nelle regioni dell’Italia settentrionale per tentare di stroncare il fenomeno mafioso nelle regioni del sud.
La mattina del 9 novembre 1978, il sedicenne Paolo Giorgetti si avvia come ogni mattina verso il Liceo Marie Curie a Meda, cittadina della Brianza nota per l’eccellenza del mobile. Appostati sul breve percorso sono in agguato personaggi già responsabili di sequestri a scopo di estorsione; Paolo è immobilizzato dopo una breve colluttazione, narcotizzato con cloroformio e spinto in un’auto che fa perdere rapidamente le tracce.

Il padre di Paolo, Carlo, noto industriale del mobile, è in Brasile per curare gli interessi della ditta; in casa la madre, Augusta, e la sorella Roberta sono completamente ignare dell’accaduto in attesa del rientro di Paolo dalla scuola.
Il prolungato ritardo di Paolo e le sirene delle auto dei carabinieri, allertati dal macchinista del treno in transito lungo la ferrovia che costeggia la strada, fanno rapidamente materializzare i sospetti e accrescere l’angoscia: di lì a poco la certezza del rapimento.

Papà Carlo rientra dal Brasile il giorno dopo, mentre nessun segnale o richiesta arriva alla famiglia. Improvvisamente, a distanza di due giorni, giunge la notizia del ritrovamento di un cadavere carbonizzato in un’auto ai margini del parco delle Groane: un moschettone portachiavi permette di identificare il corpo di Paolo.
Carlo e Augusta sono distrutti così come la sorella Roberta, precipitati in un abisso senza fine.
A distanza di un anno capita l’incontro con fra Fiorenzo, medico missionario dei Fatebenefratelli in Bénin, amico di don Sergio Gianelli che ben conosceva Paolo.
Da quell’incontro nasce il grande progetto del reparto di Pediatria all’ospedale di Tanguiéta, da oltre 40 anni dono di Paolo ai piccoli amici del Bénin: un progetto che la famiglia e i tanti amici di Carlo e Augusta stanno sostenendo e adeguando ai continui progressi della medicina.

Numerosi in questi anni i momenti di ricordo e i segni di testimonianza che sono stati realizzati da istituzioni, enti e associazioni. Il 21 marzo 2024, in occasione della “Giornata nazionale della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti della mafia” l’Amministrazione comunale di Seregno ha voluto intitolare a Paolo Giorgetti un piccolo parco giochi in un contesto di edifici con diverse realtà abitative sequestrate a gruppi criminali e messi a disposizione della cittadinanza.
La presenza di molti studenti delle scuole di Seregno e di Meda e la partecipazione alla cerimonia dei rappresentanti di numerose associazioni cittadine hanno circondato di affetto mamma Augusta e la sorella Roberta, mentre papà Carlo non ha potuto essere presente per un imprevisto contrattempo di salute.

Le parole del Sindaco, Alberto Rossi, e di Roberta hanno sottolineato l’importanza di contrastare ogni forma di collusione con la logica mafiosa che ha portato al sacrificio di tante persone innocenti.
Il messaggio è stato ben recepito dai ragazzi presenti che, con semplici pensieri, hanno espresso la loro condivisione ad un progetto educativo che scuola, famiglia e luoghi di comunità stanno mantenendo vivo con azioni concrete: il giardino ne è una piccola ma incisiva testimonianza.